Il mixer audio è l’anello di congiunzione tra chi fa la musica e chi la ascolta ed è per questo che scegliere il modello giusto è fondamentale per ottenere la massima resa; la sua funzione è semplice, raccoglie tutti gli ingressi e li veicola verso delle uscite dopo averne modificato il timbro, il volume e qualche altro parametro che vedremo
Iniziamo col dire che i mixer possono essere divisi in due grandi categorie: analogici e digitali. I primi, protagonisti del nostro articolo, più semplici ed intuitivi e dal costo più contenuto possono essere utilizzati anche da persone non proprio esperte, i secondi più completi e complessi hanno costi tendenzialmente più elevati e presuppongono una maggiore conoscenza dell’apparecchio e dell’audio in genere.
Grazie alla nostra guida scegliere il mixer giusto sarà un gioco da ragazzi.
Gli ingressi del mixer
La prima cosa da guardare in un mixer sono il numero e la tipologia di ingressi di cui dispone; un cantante che si esibisce accompagnandosi con la chitarra avrà bisogno di un numero inferiore di ingressi rispetto ad una band di 5 elementi è per questo che sul mercato è possibile trovare vari formati di mixer, per cui è necessario prima di scegliere un mixer conoscere l’esatto numero e tipologia di strumenti che vi saranno collegati, magari lasciando qualche ingresso vuoto per qualsiasi evenienza. Gli ingressi microfonici solitamente in formato XLR Cannon, come intuibile, consentono di collegare i microfoni al mixer ma attenzione non tutti i microfoni potrebbero essere compatibili:i microfoni a condensatore spesso utilizzati per strumenti acustici ( impropriamente chiamati panoramici) hanno bisogno di un’alimentazione a 48 Volt per funzionare ed alcuni mixer sono in grado di fornire attraverso il cavo microfonico (phantom power).
Gli ingressi di linea sono nella maggior parte dei casi in formato TR o TRS Jack e solitamente servono per collegare strumenti o altre apparecchiature audio che hanno un’elevata potenza in uscita come una tastiera, un computer, un lettore cd ecc… i canali dei mixer possono avere un ingresso di linea (mono) o due ingressi (stereo) per cui se si vuole collegare una tastiera ad esempio sarà necessario utilizzare 2 canali mono oppure uno stereo.
Gli ingressi ad alta impedenza sono connessioni in formato TR o TRS Jack dedicate a strumenti con una bassa amplificazione in uscita come la chitarra elettrica, il basso elettrico e più in generale per tutti quegli strumenti dotati di pickup
Gli Equalizzatori
L’equalizzatore è una parte fondamentale del processamento del suono e consente di attenuare o limitare una o più bande dello spettro sonoro per migliorare o creare delle caratteristiche timbriche. In parole semplici grazie all’equalizzatore è possibile dare brillantezza o corpo oppure ridurre l’effetto nasale o ammorbidire un suono stridente.
L’equalizzatore più semplice è composto da due potenziometri che regolano le alte e le basse frequenze ovvero da una certa frequenza in poi aumentano o diminuiscono le alte o le basse frequenze. Il punto di intervento è variabile e dipende dalla progettazione che il costruttore ha riservato al prodotto specifico. Lo step successivo introduce un altro potenziometro che regola le frequenze medie, oppure è possibile trovare due potenziometri che regolano rispettivamente le frequenze medio-basse e medio-alte, in questo caso si parlerà di equalizzatore a 3 o a 4 bande. Esistono mixer con attitudine più “professionale” che dispongono di equalizzatori parametrici grazie ai quali è possibile scegliere la frequenza di intervento, l’incremento o la riduzione della stessa e l’ampiezza d’azione della banda. In generale se si lavora con strumenti che hanno bisogno di maggior dettaglio e di cura chirurgica è meglio dotarsi di un mixer con equalizzatore parametrico in modo da scolpire il suono a proprio piacimento
Le uscite
Dopo aver amplificato e modificato è possibile dirottare il suono verso varie tipologie di uscita. L’uscita principale, quella che porta all’impianto di diffusione, è solitamente comandata dai fader, dei cursori che regolano la quantità di volume per ogni singolo canale. Le uscite Ausiliarie, che solitamente sono gestite da potenziometri colorati, servono per mandare delle porzioni di segnale, indipendente dall’impianto principale, ad altri diffusori posti sul palco, detti spie o monitor, e dedicati all’ascolto personalizzato di ogni singolo musicista o anche per inviare segnale a processori effetto esterni al mixer, a registratori o per qualsiasi altra esigenza. I Bus, sono simili alle uscite ausiliarie ma non dispongono di una mandata indipendente e rispondono direttamente al fader principale; sono molto utili per creare delle copie del master da inviare a coppie di casse differenti dall’impianto principale con la possibilità di regolarne il volume generale, o anche a registratori o per il monitoraggio di qualche musicista anche se in modo meno preciso rispetto ad un ausiliare.
Il processore effetti
Avere un pò di riverbero o di delay che renda il suono meno “secco” e che faciliti l’esecuzione è diventato ormai una necessità di ogni musicista è per questo che la maggior parte dei mixer integra un processore effetto con più o meno effetti integrati spesso anche con la possibilità di modificarne i parametri. Comunemente è facile trovare dei mixer che dispongano di riverberi hall, room, plate, delay e chorus ma talvolta si trovano anche effetti dedicati a strumenti come chitarra elettrica come distorsori phase, o a tastiera come autopan e leslie. SE il mixer non dispone di effetti interni è possibile collegare un’unità effetto esterna gestibile attraverso un’uscita ausiliaria
Le dimensioni…contano
Un mixer più grande avrà tutti i canali necessari ma sarà più grande e pesante, così come un mixer piccolino sarà facilmente trasportabile ma potrebbe risultare insufficiente per collegare tutte le sorgenti. C’è anche da dire che a parità di marca e modello un mixer con maggiori funzioni è probabile che risulti più grande; un mixer 16 canali con 2 Ausiliare sarà sicuramente più piccolo di uno con 6 ausiliarie così come uno con dei bus sarà più grande di uno senza bus. Alcuni costruttori producono lo stesso modello con e senza fader offrendo la stessa qualità e la stessa dotazione ma in dimensioni più ridotte. Esistono anche mixer in formato rack, utilizzati per le installazioni o per gestire altre apparecchiature audio con lo stesso formato come expander o unità effetto.Per cui è bene tenere presente che la praticità è sempre inversamente proporzionale alla dotazione.
Altre funzioni da considerare
I mixer più comuni dispongono di altre funzioni che potrebbero risultare utili, indispensabili o superflue ma che in ogni caso influiscono sul prezzo finale.
L’USB per il collegamento diretto ad un computer può trasformare il vostro mixer in una vera e propria scheda audio capace di registrare e riprodurre le vostre performance.
Il Bluetooth permette invece di inviare musica direttamente da uno smartphone o un tablet ed in alcuni casi permette di comandare alcuni parametri come l’equalizzazione sul master, la regolazione degli effetti ed altro ancora
La possibilità di essere inserito in un flight case attraverso le alette rack opzionali è un’opzione importante se il mixer deve viaggiare nel furgone assieme all’altra attrezzatura.
L’equalizzatore grafico sul master è un’altra funzione che può risultare indispensabile per modellare il suono a chi si trova a dover cambiare spesso impianto o location dell’esibizione.
Gli insert sui canali, sulle aux o sul master possono espandere le possibilità del mixer attraverso un processore esterno come un compressore o un equalizzatore
Conclusione
Acquistare un mixer non è mai una scelta semplice sia esso nuovo che usato; venderlo invece è semplicissimo